La Roma Americana: tra tuffi in piscina e auto diplomatiche

Il calcio a Roma sta cambianto ma in parte già lo sapevamo. Lo abbiamo visto giorno dopo giorno nel modo di giocare, nel modo di tenere il pallone, nell'età media della squadra ed anche nella spesa per la campagna acquisti.

Luis Enrique ha modificato le tipologie di allenamento, le conferenze stampa, e perfino le modalità di viaggio in trasferta della sua squadra.
La novità assoluta è però che in un calcio dove le dirigenze sono sempre più lontane dal campo e chiuse nei palazzi, a Roma i membri del CdA partecipano attivamente alla vita della squadra rendendosi visibile da tutto il mondo.
Per un lungo periodo gran parte dei tifosi della Roma ha storto il naso all'idea di una proprietà straniera, cercando di difendere il modello del presidente "romano e romanista" per paura di perdere quella scintilla che solo un tifoso possiede, e che alle volte spinge la dirigenza a fare "un passo in più del possibile" (vedi l'acquisto di Batistuta).

La cordata americana, oltre ad essere il top del management (Boston Celtics, Boston Red Sox e vari fondi di investimento), sta dimostrando un coinvolgimento emotivo sorprendente.
Solo due giorni fa James Pallotta, dopo aver presenziato alla partita con il Chievo ed aver dichiarato di essersi innamorato della Curva Sud, al fine di convincere i giocatori che "questa Roma non deve avere paura di niente", si è lanciato completamente vestito nelle gelide acque della piscina del centro sportivo di Trigoria. Un gesto assolutamente simbolico, non c'è dubbio, ma che porta in seno la voglia di ottenere risultati con un progetto nel quale si crede profondamente.
Una ulteriore manifestazione di affetto e adesione alla causa romana viene da Mark Pannes, braccio destro di James Pallotta, che ha deciso di mostrare a tutti il suo senso di appartenenza alla squadra montando sulla propria macchina due bandierine della Roma come quelle che equipaggiano le auto degli ambasciatori.