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martedì 17 maggio 2011

Che grande delusione

Ho voluto aspettare un paio di giorni prima di commentare la partita giocata dalla Roma contro il Catania. Ho pensato che fosse meglio cosi; che fosse meglio lasciar passare almeno 48 ore affinchè la rabbia e la delusione scemassero. Ma non è stato cosi, anzi...
Pensando e ripensando alla tremenda partita dei giallorossi, l'indignazione è cresciuta momento dopo momento. C'è da rendere onore al Catania, che ha giocato una partita all'ultimo sangue, come se si stesse giocando una finale o una partita importante per la salvezza. La Roma invece, per la quale questa era davvero una partita importantissima, ha giocato... NON HA GIOCATO.
E questa è l'istantanea di tutta la stagione. Una stagione costellata di scuse incredibili e ridicole, di caccia alle streghe verso l'allenatore e di infortuni fantasiosi. La verità (e forse questo riabiliterà il buon Ranieri, in fondo lui lo aveva detto,) è che i giocatori non hanno mai giocato come si chiede a "campioni" del loro calibro. L'ultimo traguardo che si poteva mancare è stato mancato. La Roma è fuori dalla Champions League. La Roma che doveva vincere tutto, che ha i nomi per vincere qualsiasi partita su qualunque campo è fuori anche dall'Europa che conta.
Ed ora ci aspetta l'ultima partita di campionato, contro la Sampdoria. La Samp è già retrocessa e sono noti a tutti i problemi all'interno della società. Ma la Roma, come ha dimostrato durante tutto l'anno, potrebbe riuscire a far ottenere una vittoria anche ai blu-cerchiati.
E forse non sarebbe del tutto negativo. Forse, prendendo anche l'ultima batosta, il nuovo presidente Tom DiBenedetto avrà le idee abbastanza chiare sui provvedimenti da prendere per rifondare da cima a fondo una squadra composta da giocatori che disonorano costantemente la maglia che indossano ed il significato che essa ha per le migliaia di tifosi che la sostengono incondizionatamente.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Parlare di delusione è dir poco. Qua c'è da analizzare un'intera annata costellata di "inciampi", "incidenti", "crisi di percorso", colpevoli e non colpevoli, Campioni e qualcuno che lo è di meno.
Perchè campioni non vuol dire solo saper correre con un pallone al piede e riuscire a fare un eurogoal una volta ogni morte di papa: ho visto ragazzini ai campetti provinciali e di quartiere fare lo stesso. "Campione" vuol dire dare l'anima sempre, anche quando tutto va storto, anzi... soprattutto quando tutto va storto! Sono questi i campioni che fanno grande una squadra di calcio! Non sono i contratti, non sono gli sponsor e non è la dirigenza o la società. Soprattutto i romanisti dovrebbero saperlo. C'erano una volta campioni che si auto imponevano stipendi a minimo sindacale... ed erano campioni d'Italia e non dei ragazzini-nessuno.
Bisogna ripensare a cosa vuol dire giocare a calcio. Questi ragazzi dovrebbero ricordare il monologo di AlPacino in "Ogni maledetta domenica: si combatte per ogni singolo centimetro e la differenza tra chi vince e chi perde sta nel dare tutto per ogni singolo centimetro. La A.S. Roma, quest'anno, non ha dato.
Speriamo nella nuova società, speriamo nei nostri (pochi) Campioni, speriamo in un allenatore che sappia fare di questi discorsi e speriamo in una tifoseria che sappia essere tale.
Vada come vada, sempre e solo forza Roma.

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